venerdì 5 ottobre 2007

Un sacrificio per gli altri


Un sacrificio......è questo quello che ha fatto Lorenzo, è morto per gli altri.... e per uno Stato che non riconoscerà mai il suo sacrificio.
Mi piange il cuore ogni volta che sento parlare di lui.
Conosco, seppur per interposta persona, la realtà in cui lui lavorava...
Il suo lavoro era un lavoro che veniva fatto specie per cercare di "prevenire" eventuali attacchi terroristici nei confronti dei militari italiani che operano in Afghanistan.
Lui, per me, è morto per salvare gli altri... per garantire l'illusione che i soldati che operano lì, lo facciano in sicurezza.
Probabilmente il suo rimarrà un sacrificio solo nei nostri cuori... per lo Stato a parte una medaglia, i funerali di Stato e una misera pensione, Lorenzo sarà uno come tanti...
Già la stessa stampa, dopo pagine e pagine scritte, dopo le pietose telecronache dall'ospedale Celio (che ahimè ho avuto il dispiacere di conoscere anche io), dopo il matrimonio in articulo mortis, non ne parla più...
Però quella di Lorenzo era una vita, una vita dedita al sacrificio ...anche se lui, se lo sentiva che qualcosa che non andava c'era, aveva la sensazione di non volerci andare questa ennesima volta...
Questo particolare sesto senso, mi ricorda una situazione che ho vissuto io, il 23 di luglio.. quando un mio amico, dovendo fare un lavoro diverso dal solito, non sapeva se accettare o meno una determinata proposta...
Il suo "sesto senso" gli diceva di no, gli eventi gli dicevano di no, il mio cuore, sulla nave, al ritorno da Messina, mi diceva di no...
E no è stato...
Forse si è salvato la vita o forse no... ma a volte forse è giusto seguire il proprio istinto...
Magari Lorenzo non lo ha seguito per amor di patria, o per quelle due lire che gli agenti segreti prendono per fare missioni così rischiose... non lo so, fatto sta che probabilmente non ha avuto la giusta protezione da parte dello Stato...
Uno Stato che dovrebbe proteggere i nosri soldati e non mandarli in guerra, per me non è degno di essere chiamato Stato.
Dico solo, un GRAZIE, dal profondo del mio cuore a Lorenzo, che ha donato la sua vita per tutti i ragazzi che in Afghanistan ogni giorno vivono col terrore di non tornare più a casa.
Grazie Lorenzo.

2 commenti:

Anonimo ha detto...

Si, tutto vero, come al solito, e non è il caso di fare retorica, mi associo al tuo pensiero, e sono sicuro che lo sai.

Un appunto alla frase "... per garantire l'illusione che i soldati che operano lì, lo facciano in ", il nostro lavoro non è un illusione o non lo era, sputiamo sangue, oppressi da pensieri sempre negativi, il cervello macina in maniera inverosimile, il cervello ti opprime. Vieni sbattuto con 30 minuti di preavviso in ogniddove senza sapere come quando e il piu' delle volte il perche' non lo sai mai. C'e' chi lavora che questa illusione non sia solo questo, ma una consolidata realta'. Una realta' che cerchiamo di rendere il piu' efficente, valida (sotto tutti gli aspetti) e tangibile possibile.

Ora sai bene come è andata a finire, non sto qui a ricordarlo, ma sappi che altri ne succederanno e altri potrebbero non avere medagliette al collo e come ho sempre detto, non è il fatto di essere li, lo sappiamo perche'... ma la cosa che non concepisco è perche si sia arrivati a cio'.

Baci

Fifteen minutes to go.

Stella ha detto...

L'illusione nn si riferiva all'operato di coloro che si adoperano per la siurezza dei soldati di stanza là...
Si riferiva semplicemente, al fatto che lo stato si illude che per far stare al sicuro quei ragazzi, basta mandare degl agenti del sismi allo sbaraglio.
So che chi fa questo mestiere crede profondamente in quel che fa... è lo stato che non manda i sldati all'estero per la pace, ma solo per miseri interessi economici.

La ragione della medaglietta al collo, che tu mi hai delicatamente spiegato, l'ho capita e credo che seppur banale, è la cosa che mi ha scioccata più di tutte...
Mio fratello, molto più crudo di te, mi ha detto che quel pezzo di metallo serve a riconoscerti se salti in aria con una bomba...

So che di queste cose ne succederanno ancora tante... e so anche il perchè: perchè lo Stato dove viviamo noi non manda in guerra i figli dei ministri, ma i figli degli altri...
E' facile allearsi con altri stati e sottostare a convenzione del cavolo, quando a giocarsi la vita sono i figli della povera gente...

baci