martedì 21 agosto 2007

Riflessioni di un afoso pomeriggio estivo

In questi giorni, non uso molto internet, o meglio, diciamo che non lo uso quasi per niente.
Si sarà notato anche dalla mancanza di post nel mio blog.
Ma scrivo molto, sto preparando una serie di post, post che voglio scrivere per bene, senza fare errori e con i dettagli maggiori possibili.
Voglio raccontare di alcune vicende particolari, di alcune persone a me vicine, di un bel viaggio fatto con degli amici (credo non lo dimenticherò mai), e di tante tante tante altre cose...
A pensarci bene potrei scrivere un libro, tante sono le vicende peculiari che contraddistinguono la mia vita...
Chissà...
Complice il mancato utilizzo del web, nel pomeriggio, se non esco, mi ritrovo: o a scrivere, o a leggere, o a pensare... penso a parecchie cose a dire la verità: ai miei rapporti con gli altri, al mio modo di essere, agli errori che faccio, a chi mi vuole bene e a chi mi vuole male, ai miei cani, al gattino bianco che da quattro o cinque giorni non abbandona la mia veranda.
Si si, proprio un gattino bianco come il latte, con gli occhi azzurri, che si mette là, sotto il tavolo e non va via fino a quando la sera non chiudo le persiane... magari lo adotto.. chi lo sa.. Anche se mio papà non vuole, soprattutto perchè abbiamo i cani... e si sa che cani e gatti insieme non hanno vita facile...
Boh vedremo...
Dicevo che penso a molte cose, una fra tante, che mi ha fatto riflettere molto riguarda l'atteggiamento...
Di chi?
Di cosa?
Il mio atteggiamento nei confronti degli altri, dal quale dipende l'atteggiamento loro nei miei confronti...
So che sono contorta, come sempre.. ma cerco di spiegarmi bene...
Io fino a qualche anno fa, credevo (anzi ne ero fermamente convinta) che il mio modo di pormi nei confronti degli altri, non poteva in alcun modo interferire nel modo di porsi degli altri nei miei confronti....
Credevo che gli altri si comportassero con me secondo il loro carattere, indipendentemente da come io mi comportavo con loro..
In pratica ero convinta che agli altri potevo fare quello che mi pareva, tanto avrebbero agito indipendentemente dal mio comportamento"... chissà se mi sono spiegata... comunque sia andando all'atto pratico: ho un fidanzato, al quale ho dato tutto l'amore di cui sono stata capace... ultimamente non mi ha trattato come meritavo, come merito... Essendo, io, una persona fortemente testarda, ultimamente ho iniziato a trattarlo diversamente dal solito.
Non dico che lo tratto male, per carità, non mi permetterei mai, ma non solo con lui, proprio con nessuno.
Diciamo solo che ho iniziato ad essere più fredda e distaccata e gli ho chiesto un attimo di "tregua".
Ovvio, non l'ho fatto per "metterlo alla prova", o perchè c'è un altro, assolutamente. L'ho fatto solo perchè non stavo bene con me stessa, per capire quali sono realmente i miei sentimenti, per capire una serie di cose..
E' fuor di dubbio che un di respiro in un rapporto, o lo fortifica o lo distrugge definitivamente.
Bene, lui, invece che comportarsi da strafottente come al solito, ha cambiato atteggiamento.. è più disponibile, più dolce, più attento... diverso insomma...
Questo non cambia nulla nella mia testa... è ovvio.
Soprattutto dopo il "consiglio" a suo dire spassionato: "per la pratica forense è meglio che cambi avvocato, sarebbe meglio una donna e non un uomo, starei più tranquillo". Bene, questo mi sa di limitazione, molta limitazione, quindi se aveva guadagnato 100 punti col suo nuovo modo di porsi, con questa affermazione diciamo che ne ha persi 50.... Comunque sia, ulteriori elementi da valutare, buon per me.
Comunque sia, ho compreso una cosa: il mio comportamento, forse gli ha fatto paura, forse lo ha fatto riflettere, forse non so...
Forse realmente quando stai per perdere qualcuno ti rendi conto di quanto vale per te... Una cosa è certa: che il nostro comportamento, influisce su quello degli altri...
E su questo non ci piove.... e sicuro. però, c'è sempre un però...
Il modo in cui il nostro comportamento influisce su quello degli altri è diverso...
In questo caso, lui vede che mi allontano e si avvicina.... e fin qua non sembra una cosa tanto strana...
La strana forse sono io e spiego perchè.
Io quando mi avvicino a qualcuno, quando do molto, e non parlo solo di amore, ma anche di rapporto di amicizia sia con uomini che con donne, creo dei rapporti che crescono, crescono, crescono...
Crescono al punto che raggiungono un picco massimo e poi da lì non vanno ancora avanti, ma si fermano stabilizzandosi, o cominciano a prendere la discesa...
Diciamo che io amo i rapporti che fanno crescere e che al contempo crescono, però non riesco mai a far si che ciò accada, visto che una volta raggiunto l'apice (almeno sono io che credo che quello sia l'apice) poi prendono una piega che non mi soddisfa...
Sarà un ragionamento logico?
Sarà che vedo la vita e di conseguenza i rapporti, come delle scale da salire e scendere ed è sbagliato?
Non lo so...
però so che questa riflessione per me è importante.
L'importanza sta nel fatto che ho compreso, analizzando me stessa, che i miei rapporti con gli altri dipendono in primis da me, da come mi pongo nei loro confronti, e solo in secondo tempo dipendono dagli altri e dalla loro capacità di cogliere quella che è la mia essenza.

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